Lo Yoga Nidra (Nidrā) al contrario di quanto può lasciar intendere la sua traduzione (lo Yoga del sonno) consiste in una serie di tecniche atte a risvegliare la consapevolezza in uno stato di soglia tra la veglia (jāgrat) e il sonno evocando immagini, così come accade nello stato di sogno (svapna).
Durante lo Yoga Nidra (Nidrā) il praticante può apparire semplicemente addormentato, ma al contrario la sua mente vigile, attenta dapprima alla percezione corporea, rielabora spontaneamente, attraverso l’utilizzo di immagini, memorie condizionanti e preconcetti instillati sin dalla pre-nascita, custoditi profondamente a livello inconscio e subconscio.
I quattro stati di coscienza
La Mandukya Upanishad (Māṇḍūkya Upaniṣad) è una delle fonti delle rivelazioni indù sui quattro stati di coscienza definiti:
- jāgrat sthāna, lo stato di veglia
- svapna sthāna, lo stato di sogno
- suṣupti sthāna, lo stato di sonno profondo
- turīya, il quarto stato
Con lo Yoga Nidra (Nidrā) si interagisce con tutti gli stati di coscienza.
In generale, tutta la scienza occidentale analizza il sonno e i sogni come fenomeni psicofisici da analizzare dal punto di vista della coscienza di veglia.
Anche se pensiamo di conoscere bene ciò che ci accade in uno stato di veglia, durante il giorno, nello svolgersi delle nostre attività quotidiane, quasi mai siamo presenti a noi stessi e a ciò che ci accade al 100%.
Con lo Yoga Nidra (Nidrā) è possibile modificare la nostra capacità di essere realmente presenti. Se fossimo pienamente e sempre in uno stato di veglia non subiremmo gli effetti delle nostre distrazioni, per esempio non inciamperemmo, non dimenticheremmo dove abbiamo lasciato le chiavi di casa, non perderemmo “il filo del discorso”, non ci incanteremmo con lo sguardo nel vuoto e così via.
La visione dell’Advaita Vedanta (Vedānta) e lo Yoga Nidra (Nidrā)
L’Advaita Vedanta (Vedānta) -la visione della non dualità dal punto di vista della fine dei Veda- afferma che lo stato di veglia non è la realtà ultima e assoluta.
Il sogno e gli stati di sonno profondo sono una seconda e una terza dimensione della pura coscienza su cui si può intervenire grazie allo Yoga Nidra (Nidrā).
La Pura Coscienza, come rivelato in turīya (il quarto stato), è il vero riferimento continuo.
Ramana Maharshi e molti altri saggi hanno affermato che turiya (turīya) è lo sfondo di tutti gli altri stati di coscienza e che può essere rivelato più facilmente nei momenti di transizione tra uno stato di coscienza comune e un altro, così come affermato dallo Yoga Nidra (Nidrā).
Ramana affermò: “… per l’ajñani (essere umano ignorante) lo standard della realtà è lo stato di veglia, mentre per lo jñani (essere realizzato) lo standard della realtà è la realtà stessa. Questa realtà di pura coscienza è eterna per sua natura e quindi sussiste allo stesso modo durante ciò che chiamate veglia, sogno e sonno. ”
Ramana proseguì esprimendo metaforicamente che la condizione di uno jñani è eterna e si riflette nella veglia, nei sogni e nel sonno profondo (così come affermato nello Yoga Nidra (Nidrā).
Svapna: il sogno e lo Yoga Nidra (Nidrā)
Dopo una fase di sonno leggero in cui il battito cardiaco rallenta e la temperatura corporea si abbassa si manifesta il fenomeno psichico legato alla fase REM conosciuto come sogno.
Lo stato di sogno è un livello in cui la mente può elaborare i suoi desideri, attrazioni e avversioni insoddisfatti a cui non è permesso di manifestarsi nel mondo esterno.
Sia gli yogi che gli psicologi ne parlano come di un processo utile.
Attraverso lo Yoga NIdra (Nidrā) lo yogi affronta le impressioni profonde sottostanti (saṃskāra) che conducono alle azioni (karma) modificando i suoi schemi di pensiero.
Attraverso lo Yoga Nidra (Nidrā) si rimane quindi in uno stato intermedio tra veglia, sonno e sogno in cui gradualmente l’inconscio e il subconscio iniziano a farsi avanti.
Lo Yoga Nidra (Nidrā) consente, con distacco il liberarsi da paure, preconcetti, cattivi pensieri legati alle immagini rievocate, senza sofferenza, oppure, al contrario di viverne pienamente la gioia del loro richiamo.
Cambiamento e Yoga Nidra (Nidrā)
Nello stato più vicino al sonno probabilmente abbandoniamo le nostre difese pur restando in uno stato di consapevolezza e il cambiamento viene garantito non più da una mente razionale che tende a giudicare, a sforzarsi di capire; in quel dolce rilassamento generato dallo Yoga Nidra (Nidrā) si crea un’interazione tra la mente il corpo e gli stati di coscienza più profondi per rimuovere paure antiche e passati dolori.
Quando siamo in uno stato di coscienza tra la veglia e il sonno la mente rivela le sue potenzialità conducendo il praticante a raggiungere alti stati di concentrazione e il samādhi (perfetto raccoglimento).
Sonno profondo: Suṣupti
Nel sonno profondo, il Sé Supremo viene principalmente identificato erroneamente con ānandamaya kośa (l’involucro composto di beatitudine).
Nel sonno profondo, il jīva è libero da oggetti ma non ha ancora trasceso sè stesso.
Turīya
Turīya è lo stato in cui non c’è identificazione con nessuno dei kośa (corpi, involucri, guaine). Invece, c’è una consapevolezza pura e perfetta della Consapevolezza. Quindi, non ci sono identificazioni errate e l’avidyā (ignoranza) svanisce. Solo quando appare turīya ci rendiamo conto che anche il mondo fisico apparentemente solido in cui viviamo è come un sogno. È la rivelazione dello sfondo degli altri tre stati di coscienza (veglia, sogno e sonno profondo).
Inconscio, subconscio e Yoga Nidra (Nidrā)
La nostra mente, secondo la scienza ufficiale è divisa in tre parti:
- Conscia
- Inconscia
- Subconscia
Ognuna di queste influisce sul nostro comportamento, sui nostri modi di agire ed è possibile intervenire su tutte e tre queste parti con lo Yoga Nidrā.
La mente conscia, è quella nella quale sviluppiamo direttamente l’intelligenza e mediante la quale acquisiamo la conoscenza. Potremmo definirla anche mente logica o razionale. È quella che ci permette di prendere delle decisioni adeguate in particolari situazioni o momenti.. La mente conscia è quella che usiamo per sapere come fare le cose che andiamo a compiere prestando attenzione ai dettagli e con la quale portiamo a termine le nostre azioni. E’ la nostra mente conscia, ad esempio, che ci fa decidere se attraversare la strada in base alle circostanze di un determinato momento. La mente conscia utilizza ricordi e memorie immagazzinate, sviluppando e migliorando nel tempo le sue abilità; più si sviluppa coscientemente una abilità, più questa diviene dapprima subconscia e poi inconscia.
La mente subconscia è la mente emozionale. È quella che si lascia raggiungere dai gusti, dai desideri e dal cuore.
Subcoscientemente creiamo forti legami neuronali verso certe cose o persone. Ad esempio, se si ha intenzione di cambiare il posto di una poltrona dalla cucina alla veranda ci vorranno più giorni per ricordarsi della nuova collocazione: andremo a cercare la poltrona sempre nel vecchio posto in cucina per un po’ di tempo; questo perché la connessione neuronale deve fortificarsi in modo subcosciente verso il nuovo luogo.
Più si realizza e si migliora una azione consciamente, più questa diventa subcosciente, e a volte incosciente.
Questo oltre a avvenire con le azioni quotidiane avviene anche con i nostri sentimenti.
Quando ci abituiamo a stare con qualcuno, a condividere bei momenti ed emozioni, la nostra mente subconscia si va rafforzando nelle connessioni neuronali verso questo qualcuno portandoci a provare sentimenti di amore e di affetto verso quel qualcuno. Un esempio di questo tipo di connessione può essere quello tra una madre e un figlio, perché la connessione solida come roccia comincia a crearsi sin dal concepimento.
La nostra mente subconscia si attiva quando ad esempio sentiamo ci abbandoniamo allo shopping compulsivo o quando ci abbandoniamo all’impulso di sentirci tristi o arrabbiati. Attraverso la mente subconscia, si ha accesso a tutti i ricordi che il cervello ha immagazzinato e con le tecniche dello Yoga Nidra (Nidrā) è possibile interagire con questi ricordi.
È grazie alla mente subconscia che possiamo ricordare sentimenti (ad esempio, come ci sentiamo in un certo luogo, o con certe persone) e perfino gli odori legati a un luogo o a una persona.
La maggior parte delle persone può comunicare con la nostra mente subconscia (anche il semplice venditore che ci fa nascere l’idea del bisogno di un oggetto da acquistare o il desiderio di averlo) ma anche noi stessi possiamo farlo.
Lo Yoga Nidra (Nidrā) permette di modificare il nostro modo subconscio di pensare allineando pensieri, sentimenti e azioni.
La nostra mente inconscia è la più primitiva. È quella che ha immagazzinato tutte le esperienze vissute dalla nostra specie nel corso dei millenni. È la mente incaricata di gestire questioni fisiologiche come la respirazione. Chi pratica Yoga impara a controllare la respirazione1 in modo conscio; diviene in grado di aumentarla, diminuirla, trattenerla, dirigerla verso una determinata parte del corpo ecc. La mente inconscia quando siamo occupati in altre faccende prende il controllo garantendoci la nostra sopravvivenza attraverso il respiro autonomo o vegetativo. La mente inconscia, è quella che ci fa alzare il braccio per evitare un colpo in faccia; è quindi una mente reattiva le cui azioni derivano da milioni, miliardi di anni di esperienze.
L’attività inconscia può essere visualizzata a livello conscio con la memoria dei sogni, ricchi di messaggi, significati nascosti, desideri ed emozioni represse e si può intervenire positivamente su di essa tramite lo Yoga Nidrā.
(segui sul nostro podcast l’esercizio di Yoga Nidra -Nidrā n. 1)
Vedi il nostro Master in Pranayama (Prāṇāyāma) e Krama Dharana (Dharanā) e il Master in Yoga Nidra
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